Quando il tessuto molle che si trova all’interno del dente – chiamato polpa – si infiamma, provoca un dolore pulsante e spesso molto forte. La polpa, infatti, è situata in uno spazio chiuso e l’afflusso di sangue portato dall’infiammazione provoca un effetto “pentola a pressione”. Se l’infiammazione peggiora, può provocare la morte del tessuto pulpare (necrosi).
Quando questo accade, il problema non può essere risolto con i farmaci e non guarisce spontaneamente. Il dentista, quindi, non ha altra scelta se non quella di rimuovere la polpa.
Questo trattamento viene chiamato devitalizzazione e può essere eseguito senza far sentire al paziente alcun dolore.

Metodologia

Dopo aver eseguito l’anestesia locale, il dentista posiziona la diga di gomma per isolare il dente da operare dal resto della bocca, che viene così protetta da frammenti e sostanze potenzialmente irritanti.
Tramite appositi strumenti, il dentista accede poi alla camera pulpare ed esporta la polpa e il materiale infiammatorio. Una volta ripuliti i canali, questi vengono asciugati e sigillati utilizzando coni di guttaperca (un materiale simile alla gomma) e cementi specifici.
Infine, procederà con la ricostruzione della corona: a seconda della quantità di tessuto perso, il dentista sceglierà se effettuare una semplice otturazione e se ricoprire il dente con una corona protesica.

Tempistiche

Vista la fragilità del dente devitalizzato, la ricostruzione potrebbe essere più impegnativa. In alcuni casi, l’intera procedura (esclusa la ricostruzione) può durare circa un’ora, mentre in altri può richiedere anche più sedute.
I denti non possiedono tutti lo stesso numero di canali e potrebbero insorgere delle complicanze come, ad esempio, il sanguinamento.

Postoperatorio ed effetti collaterali

Quando l’anestesia locale esaurisce la sua efficacia, nelle ore successive al trattamento e nei giorni successivi il paziente potrebbe soffrire di alcuni disturbi come una moderata dolenzia. Questo problema può essere risolto facilmente tramite l’uso di antidolorifici della classe degli antinfiammatori non steroidei (FANS). Nel caso in cui il dolore dovesse persistere per più tempo o aumentare, occorrerà recarsi nuovamente dal dentista il quale potrà valutare lo stato del paziente e la cura migliore per il suo caso.

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